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Sicurezza Alimentare e Scienza dell'Alimentazione

Tutti i consigli per evitare sprechi dopo i cenoni delle feste 

Vorrei inaugurare il 2023 con una tematica che da sempre mi sta molto a cuore: la lotta agli sprechi alimentari. Quest’anno spero più che mai che gli obiettivi di sostenibilità diventino davvero una priorità nella nostra quotidianità e nelle agende dei governi. Dal mio blog lancio questo appello a chi legge: evitare gli sprechi alimentari giovano al pianeta e ai nostri portafogli.  

Per far luce su questo, ho scelto di parlarne con la dottoressa Nicoletta Cataldi, esperta in Scienza dell’Alimentazione, per suggerire a tutti voi come recuperare gli avanzi delle cene e dei pranzi delle feste in tutta sicurezza per non generare sprechi alimentari. 

Le buone pratiche per un Natale sostenibile 

Dopo aver impiegato tanto tempo e dedizione alla preparazione dei piatti per le feste, sarebbe davvero un peccato vedere andare sprecato il frutto delle nostre fatiche. Per questo vorremmo consigliare alcuni accorgimenti dal punto di vista nutrizionale e della sicurezza alimentare da adottare per recuperare il più possibile gli avanzi di cenoni e pranzi natalizi. 

I consigli dell’esperta in sicurezza alimentare 

Un buon punto di partenza è conservare con cura i piatti che non sono stati consumati a tavola: riponiamo in frigo o in congelatore le pietanze, disponendole ciascuna all’interno di un apposito contenitore; in particolare, ricordiamo che cibi cotti e cibi crudi non devono mai trovarsi a contratto fra di loro per evitare rischi di cross-contaminazione. 

Esiste comunque un limite entro il quale possiamo raffreddare e riscaldare gli alimenti avanzati: il consiglio è quello di tirarli fuori dal frigo e riscaldarli una volta soltanto, per non incorrere nella formazione di microrganismi dannosi per la nostra salute. Sui cibi congelati, invece, dobbiamo essere ferrei: per nessuno motivo una pietanza congelata e poi scongelata può essere riposta in congelatore una seconda volta. Il mio consiglio è di dividere in porzioni più piccole tutto ciò che è avanzato, in modo da estrarre in un secondo momento solo ciò che andremo poi effettivamente a consumare. 

Valutiamo con attenzione le date di scadenza riportate in etichetta, facendo le dovute distinzioni fra le diciture “consumare entro…” e “consumare preferibilmente entro…” (il corsivo è nostro): la prima indicazione ci informa che quel prodotto va consumato tassativamente entro e non oltre quella data specifica; la seconda, invece, lascia intendere che l’alimento può essere consumato anche posteriormente a quella data ma solo se conservato correttamente all’interno della sua confezione originaria ancora sigillata. 

In generale, prediligiamo sempre prodotti locali preferibilmente con denominazione di origine e di indicazione geografica e provenienti dalla filiera alimentare biologica: molto spesso questo è sinonimo di qualità e di buona tenuta del cibo anche una volta aperto, se conservato correttamente. A questo si aggiunga anche la garanzia offerta dai controlli cui questa filiera viene sottoposta a tutela del rispetto della sicurezza alimentare. 

I consigli della specialista in Scienza dell’Alimentazione

La cucina cosiddetta “degli avanzi” può spesso costituire un’occasione di grande inventiva e creatività. Nel tirare fuori dal frigo gli avanzi di Natale, possiamo limitarci a restituire loro nuovo vigore con condimenti freschi (per esempio, un giro di un buon olio extravergine d’oliva a crudo), ma solamente nel momento in cui li portiamo nuovamente in tavola: infatti, condendo cibi freschi o crudi anticipatamente riduciamo le possibilità di conservarli anche per i pasti successivi. 

Se qualche goccia d’olio non fossero sufficienti, possiamo rimettere mano alle nostre preparazioni e creare nuove pietanze: delle verdure avanzate potrebbero essere una buona base per un pasticcio o una zuppa, carne e pesce possono diventare delle gustose polpette e della frutta ammaccata può essere la scusa per un ottimo e salutare frullato. 

Possiamo arricchire gli avanzi con ingredienti freschi, prediligendo i prodotti di stagione e favorendo la salute del nostro microbioma intestinale consumando alimenti funzionali e ricchi di fibre vegetali. 

Dopo le “abbuffate” natalizie, cerchiamo di seguire una dieta sana e sostenibile basata sul modello della dieta mediterranea: infatti, forse non tutti sanno che osservando le regole della piramide alimentare riusciamo a consumare maggiormente alimenti dal minor impatto ambientale, facendo bene alla salute nostra e del pianeta. Nello specifico, l’inverno ci offre moltissime varietà di frutta e verdura che contengono vitamine, sali minerali e antiossidanti che sono davvero preziosi per il nostro organismo, come ad esempio arance, cachi, clementine, castagne, pere, mele, finocchi, indivia, cardi, kiwi, uva, broccoli, melagrane, barbabietole. 

Per quanto riguarda il panettone o il pandoro, tipici dolci che vengono regalati o acquistati in eccesso e che avanzano sempre, non vanno assolutamente sprecati ma andrebbero consumati esclusivamente nel pasto della colazione, una fetta sottile di circa 50-60 gr accompagnati da un tè o un caffè rappresentano una colazione nutriente 

Partendo dalla colazione possiamo iniziare la giornata con una fetta sottile di panettone, dolce energetico e ricco in grassi e zuccheri ma consumato giornalmente in piccole quantità (50 gr) insieme ad un tè o ad un caffè, può rappresentare una colazione nutriente ma valida alternativa ai biscotti soprattutto se il dolce è artigianale e di buona qualità. Da evitare assolutamente come spuntino o merenda che deve prevedere frutta fresca, ad esempio i mandarini che sono tra i frutti preferiti nei giorni di Natale o la frutta secca, 3 noci o 2 -3 datteri rappresentano un ottimo spezza-fame. 

Per il pranzo e la cena è bene scegliere un avanzo a base di carne o pesce abbinato ad una verdura di stagione come cicoria, carciofi, indivia che hanno un potere coleretico, ovvero aumentando la secrezione biliare aiutano ad emulsionare i grassi contenuti negli avanzi e i finocchi che hanno potere carminativo ovvero limitano la formazione e il ristagno di gas intestinale.  Se con gli avanzi si è provveduto a produrre delle polpette o dei polpettoni non andranno aggiunti carboidrati come pane, pasta o patate, se invece consumati da soli si sceglierà una fonte di carboidrati come accompagnamento sempre in modica quantità. 

Ottimo avanzo sono le lenticchie; ottime come piatto unico insieme ad una fetta di pane integrale bruscato o con un pugno di riso. Se fosse avanzato il cotechino o lo zampone che contrariamente a quel che si pensa sono alimenti ricchi in proteine nobili, non particolarmente calorici e che perdono parte dei loro grassi in cottura, non andrà aggiunta la fonte di carboidrati ma verranno consumati abbinati alle sole lenticchie, fornendo un pasto unico e completo dal punto di vista nutrizionale. 

Per quanto riguarda il vino, se fosse avanzato e ben conservato vale la regola di un bicchiere al giorno per le donne e un paio di bicchieri per gli uomini. 

 

La dottoressa Nicoletta Cataldi è una specialista in Scienza dell’Alimentazione. Specializzazione con Lode in Scienza dell’Alimentazione presso l’Università di Roma Tor Vergata, dove ha anche conseguito un dottorato di ricerca in Nutrizione Clinica e Preventiva. Dal 2002 è iscritta all’Ordine dei Medici Chirurghi e Odontoiatri (FNOMCeO) della Provincia di Roma. 

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