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Rassegna Stampa

Perché in Europa si “litiga” sull’aceto balsamico

aceto balsamico olio d'oliva

Le eccellenze agroalimentari italiane hanno un valore inestimabile per il nostro paese. Moltissimi prodotti all’estero sono chiamati con nomi simili a quelli italiani, per il fenomeno sempre più diffuso dell’italian sounding che permette di farsi pubblicità evocando l’italianità. L’italian sounding è una pratica di mercato sleale ed è perseguita dalla legge. Ci sono tantissimi controlli ogni anno su prodotti scadenti come “parmesan” ed altri. 

Ci sono poi richiami all’italianità nel pieno rispetto della legge, come accade per le menzioni autorizzate dall’Unione europea. È il caso dell’aceto balsamico, del cosiddetto Prosek e di tutti i prodotti su cui spesso ci sono ampi dibattiti e polemiche. 

  

Cosa sono le menzioni tradizionali 

Le menzioni tradizionali sono espressioni usate per indicare che un alimento reca una denominazione di origine protetta (DOP) o un’indicazione geografica protetta (IGP). Secondo il regolamento UE 2019/33, qualsiasi Stato membro dell’Unione può chiedere alla Commissione europea di riconoscere, per i propri prodotti locali, una menzione tradizionale. La Commissione europea, quando riceve la richiesta, la rende pubblica sulla Gazzetta ufficiale dell’Unione Europea. Questa pubblicazione funziona da notifica per gli altri paesi europei, e qualsiasi Stato può opporsi a questa richiesta. La Commissione europea, ricevute le opposizioni, valuta le argomentazioni e decide se accettare la richiesta di riconoscimento della menzione. 

Il riconoscimento è così importante perché protegge quel prodotto ed è per questa ragione che spesso leggiamo sui giornali delle polemiche e delle opposizioni al riconoscimento di alcune menzioni, polemiche che coinvolgono spesso i produttori italiani proprio perché nel nostro paese ci sono moltissimi alimenti di qualità e valore riconosciuti e tutelati dalla legge.  

 

L’aceto balsamico 

Il 22 giugno scorso, Nicosia ha notificato alla Commissione europea la legge che introduce la possibilità di chiamare “aceto balsamico” una miscela di aceto, mosto d’uva e zucchero prodotta dalle imprese locali. La stessa cosa aveva fatto poco tempo prima la Slovenia. L’Italia, che esporta in tutto il mondo l’Aceto balsamico di Modena IGP, si è opposta e la Commissione sta valutando cosa fare. 

 

Il Prosek 

L’anno scorso la Commissione europea ha pubblicato una comunicazione in cui informava tutti gli Stati membri di aver ricevuto, da parte della Croazia, una richiesta di registrazione della menzione tradizionale  “Prosek” per un vino croato molto diverso dal Prosecco, e che somiglia più ad un passito.  

Diversamente dall’aceto balsamico, il Prosecco è una DOP, e le sue colline sono state recentemente riconosciute come patrimonio UNESCO. Il Governo si è opposto alla richiesta, e gli italiani che siedono al Parlamento europeo hanno presentato interrogazioni e richieste alla Commissione di rigettare la domanda della Croazia. Attualmente non è stata ancora presa una decisione. 

 

Come scegliere 

La risonanza dalla stampa e dalla politica, e le azioni legali intraprese per la tutela degli alimenti italiani DOP ed IGP certifica la qualità di questi prodotti, dietro i quali ci sono storie, territori e grande lavoro: la crosta del Parmigiano Reggiano DOP è spessa circa 6 mm, e questo requisito è richiesto dal suo disciplinare di produzione. 

Scegliamo questi prodotti perché, oltre a rappresentare il nostro paese, sono una garanzia di altissima qualità.  

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