Il momento di crisi economica che stiamo vivendo globalmente ha un impatto sempre più tangibile nella nostra vita quotidiana. In molti casi, nel tentativo di risparmiare, i cittadini stanno assumendo degli atteggiamenti che mettono a rischio la loro salute, scatenando una vera e propria crisi alimentare.
Lo studio della Food Standards Agency (FSA)
La FSA, l’ente per la sicurezza alimentare britannico, ha recentemente condotto uno studio sul comportamento dei consumatori inglesi facendo luce sui rischi che corrono a causa delle preoccupazioni finanziarie sull’aumento dei prezzi dell’energia e del costo della vita.
Stando ai dati raccolti da FSA, almeno un terzo dei partecipanti al sondaggio ha dichiarato di aver consumato almeno una volta nell’ultimo mese alimenti scaduti perché non poteva permettersi di acquistarne altri. Lo stesso sondaggio ha rilevato che il 18% dei partecipanti ha spento almeno una volta nell’ultimo mese il frigorifero e/o il congelatore contenente cibo, per ridurre le bollette energetiche e risparmiare denaro.
FSA mette in guardia su certe pratiche, dichiarando che «questi comportamenti possono aumentare il rischio di ammalarsi di intossicazione alimentare».
Come conservare e consumare correttamente gli alimenti
Per valutare la commestibilità di un alimento superata la data di scadenza è essenziale leggere con attenzione la dicitura riportata sulla confezione. L’etichetta può infatti dare due indicazioni:
- “da consumare entro…”: indica che quell’alimento va tassativamente consumato entro la data indicata, oltre la quale si corre il rischio che si possano sviluppare cariche batteriche nocive per la salute o che il cibo possa perdere le sue proprietà nutrizionali originarie;
- “da consumarsi preferibilmente entro…”: se seguita da una data precisa, si riferisce ad alimenti che sono conservabili per un periodo inferiore ai 3 mesi; per tutti quelli che invece possono essere consumati fra i 3 e i 18 mesi è sufficiente indicare sull’involucro mese e anno di scadenza (senza un giorno preciso).
In generale, la deperibilità degli alimenti dipende da diversi fattori, ma è dovuto soprattutto allo sviluppo di microrganismi, all’ossidazione dei grassi presenti e alla denaturazione delle proteine, oltreché, naturalmente, alle modalità e alla temperatura di conservazione. In base alla facilità con cui i prodotti vanno incontro alla fase di deterioramento possono essere definiti:
- deperibili (carne, pesce, pollame, uova, latte, la maggior parte della frutta e verdura);
- semi deperibili (patate, ortaggi in generale e la maggior della frutta fresca);
- non deperibili (zucchero, farina, legumi e frutta secca).
Ne consegue pertanto che consumare cibi oltre la loro data di scadenza e conservarli secondo modalità e temperature errate che non rispettano le indicazioni consigliate, spegnendo quindi il frigorifero e/o il congelatore, può avere conseguenze nocive anche gravi sul nostro organismo.
Tanto spreco, nessun risparmio
Per quanto comprensibile possa essere la preoccupazione circa l’aumento dei prezzi e del costo della vita, adottare queste strategie di “risparmio” comporta soprattutto rischi e sprechi.
Infatti, spegnere il frigorifero potrebbe portare alla moltiplicazione dei batteri, mentre congelare gli alimenti oltre la data di scadenza ne rende altamente sconsigliabile la consumazione.
Paradossalmente, quindi, nel tentativo di risparmiare del denaro, questi atteggiamenti non fanno altro che aumentare la quantità di sprechi, poiché i cibi conservati male andranno di fatto gettati nella pattumiera, onde evitare patologie legate alle intossicazioni alimentari.