Il cibo e, in generale, il modo in cui ci alimentiamo sono parte integrante della nostra quotidianità. Quando ci rechiamo al supermercato a fare la spesa, spesso ignoriamo o non riflettiamo a sufficienza sull’enorme lavoro che ci è voluto per portare sullo scaffale i prodotti che acquistiamo.
La filiera agroalimentare nella sua integrità, dal produttore al consumatore, è responsabile del modo in cui gli alimenti vengono raccolti, lavorati, trasportati, commercializzati, consumati e smaltiti: affinché tutti questi passaggi siano sostenibili, essi devono avvenire nel rispetto della sicurezza alimentare.
In questo articolo voglio riprendere la riflessione che viene dall’Organizzazione Mondiale della Sanità (WHO), per dimostrare quanto la sicurezza alimentare possa davvero fare la differenza per ridurre le disuguaglianze nel mondo.
I punti critici dei sistemi alimentari
È purtroppo indubbio che l’accesso a un’alimentazione sana e sicura sia tutt’altro che equa e garantita in tutto il mondo. Le disuguaglianze all’interno dei sistemi alimentari hanno delle conseguenze anche gravi che si ripercuotono sulla salute delle persone e sul benessere economico e ambientale di interi Paesi.
Se è vero che nel nostro Paese e, in generale, in tutta la Comunità europea, la legislazione è dalla parte di aziende e consumatori nel tentativo di garantire quotidianamente la sicurezza alimentare in tavola, è altrettanto vero che questa condizione di benessere alimentare è un vero e proprio “privilegio”, su cui non tutti i Paesi del mondo possono contare.
Infatti, soprattutto nei Paesi in via di sviluppo, non avere un sistema che garantisca sicurezza alimentare genera diverse criticità:
- L’assenza di controlli adeguati lungo la filiera alimentare determina una più facile trasmissione di malattie attraverso agenti patogeni che si trasmettono da animale a uomo: è per esempio il caso della Salmonella, dell’Escherichia Coli, del Campylobacter e della famigerata Listeria. Tutte queste zoonosi sono causate da batteri, virus, parassiti, miceti e altre entità biologiche che tendono a proliferare in un ambiente non controllato, dove la contaminazione e il degrado possono portare ad alimenti non sicuri e adulterati;
- Per quanto possa sembrare paradossale, minore è l’accesso a risorse alimentari controllate e maggiore sarà lo spreco che ne consegue: le disuguaglianze all’interno del sistema alimentare si traducono, infatti, in risultati diseguali che vanno dalla scarsa disponibilità e inaccessibilità di cibo a una sovrabbondanza di alimenti di bassa qualità nutritiva e a un accesso limitato a cibi sani, che sono rispettivamente la causa di obesità e malnutrizione;
- È innegabile che il sistema alimentare, se non correttamente controllato, stia prosciugando le risorse del Pianeta: la produzione alimentare utilizza, infatti, più di un terzo della superficie terrestre ed è anche responsabile di quasi il 25% delle emissioni globali di gas serra e del 70% dell’utilizzo di acqua dolce. Inoltre, la perdita di biodiversità favorisce la trasmissione di agenti patogeni dagli animali all’uomo, responsabili delle zoonosi di cui abbiamo parlato poco sopra.
La corretta gestione di queste criticità può davvero fare la differenza per un mondo più equo e sano. Vediamo insieme, allora, quale potrebbero essere le soluzioni offerte dalla sicurezza alimentare.
Il ruolo della sicurezza alimentare per il benessere del Pianeta
Un sistema alimentare comprende tutti gli elementi – dall’ambiente alle persone, dagli input, ai processi, alle infrastrutture, fino alle istituzioni – che si riferiscono alla produzione, alla trasformazione, alla distribuzione, alla preparazione e al consumo di cibo. Da tale sistema derivano, oltre ai prodotti alimentari destinati al consumo umano, anche gli esiti socioeconomici e ambientali.
L’urbanizzazione, la globalizzazione, la liberalizzazione del commercio e il modo in cui le persone accedono, acquistano e consumano il cibo stanno rapidamente cambiando il sistema alimentare globale; va da sé, che anche i controlli cui gli alimenti vengono sottoposti devono tenere il passo di queste trasformazioni, per tutelare la salute umana, economica e ambientale.
C’è da sottolineare che i sistemi alimentari sono fragili e sono anche i primi a essere colpiti dalle criticità, come ad esempio i cambiamenti climatici, lo scoppio della guerra, la pandemia, l’aumento dei prezzi delle forniture: tutti questi eventi non fanno altro che influire sulla resa dell’industria alimentare, che si fa più insicura e può divenire vittima della persistenza di agenti patogeni, parassiti e contaminanti di origine alimentare, contribuendo – come si è visto – alla diffusione di ospiti e vettori zoonotici, aumentando l’esposizione alle malattie trasmesse dagli alimenti.
Per garantire la sicurezza alimentare a livello universale è necessaria una trasformazione dei sistemi alimentari che dia priorità alla salute. Al centro di questa trasformazione è fondamentale porre sistemi di produzione alimentari sostenibili: infatti, solamente facendo progredire insieme sicurezza alimentare e sostenibilità possiamo puntare a un mondo più sano, in cui le risorse alimentari adeguatamente controllate siano distribuite in modo equo.
Da parte della Organizzazione Mondiale della Sanità arrivano una serie di interventi che guardano alle autorità competenti per mettere in atto un profondo cambiamento dell’industria alimentare che collochi al centro la sicurezza umana, animale e ambientale. Fra i suggerimenti forniti dalla OMS troviamo:
- Attuare politiche fiscali a favore di diete sane;
- Garantire etichette nutrizionali chiare e accurate;
- Rafforzare i sistemi nazionali di controllo e sorveglianza degli alimenti;
- Far cooperare a livello globale, nazionale e locale tutti gli attori responsabili dell’alimentazione, dell’agricoltura, del commercio, della protezione sociale e ambientale e dell’educazione e istruzione con il settore sanitario, per attuare concrete azioni politiche;
- Fare agire simultaneamente tutte le parti interessate, compresi i governi, l’industria, i consumatori e la società civile per garantire una risposta sistemica ai rischi per la sicurezza e la qualità degli alimenti;
- Riconvertire le politiche alimentari e agricole per migliorare l’accessibilità economica di diete sane, garantendo un prezzo equo anche per il produttore, che potrà così ridurre al contempo l’impronta ambientale della propria azienda.
Il mio consiglio
Per quanto “piccoli” possiamo sentirci di fronte a queste dinamiche globali, possiamo comunque impegnarci, giorno dopo giorno, a fare la nostra parte.
Limitare gli sprechi acquistando solo ciò di cui abbiamo veramente bisogno, essere consumatori consapevoli informandoci e leggendo le normative di settore, rispettare l’ambiente prediligendo prodotti dal packaging riciclabile o optando per l’agricoltura biologica: sono tutte scelte che hanno un peso – positivo – sul nostro Pianeta e sulla nostra salute.
Anche se ci sembra di essere solo una goccia nel mare, il cambiamento per un mondo più equo dipende anche da noi.

Sono una chimica con specializzazione post lauream alla De Montford University di Leicester (UK). Dal 2008, sono Chief Executive Officer del Gruppo Maurizi, con il quale mi occupo di sicurezza alimentare, ambientale e sul lavoro.