A causa della siccità di questi ultimi mesi, molti alberi hanno prodotti frutti più piccoli del solito. Questo problema si ripercuote sull’intera filiera di produzione e commercializzazione degli alimenti perché la legge stabilisce regole molto precise sui parametri della frutta commercializzabile, tra i quali c’è anche il diametro. La riduzione delle dimensioni della frutta riduce quindi di conseguenza la quantità di quella effettivamente venduta ed aumenta gli sprechi.
Proprio oggi, in occasione della giornata mondiale contro lo spreco alimentare, sono stati diffusi i dati del Cross Country Report dell’Osservatorio Waste Watcher International, i quali mostrano che la frutta è l’alimento più sprecato al mondo.
È in corso, da anni, un dibattito che si sta accendendo ulteriormente proprio per questi problemi di siccità, per la revisione delle regole di commercializzazione della frutta.
Cosa prevede la legge
La frutta, per essere commercializzata, deve avere caratteristiche standard stabilite dalla legge: forma, peso, diametro, colore, freschezza, difettosità e grado di maturazione. Le regole sono contenute in regolamenti europei e valgono quindi in tutta Europa. Le caratteristiche della frutta sono valutate con delle macchine calibratrici dotate di scanner e sensori ottici.
Tutti i frutti devono essere:
- interi
- sani
- puliti
- privi di parassiti
- privi di umidità
- privi di odore/sapore estranei
In ciascuna partita è ammessa una tolleranza del 10 % in numero o in peso di prodotti non rispondenti ai requisiti qualitativi minimi.
Il regolamento definisce criteri specifici per:
- Mele
- Agrumi (limoni, mandarini, arance)
- Kiwi
- Pesche
- Pere
- Fragole
- Peperoni dolci
- Uva
- Pomodori
In base alle caratteristiche specifiche, i frutti sono classificati come “categoria extra”, “categoria I” o “categoria II”. La prima è quella di qualità maggiore e l’ultima quella di qualità minore. In corrispondenza di livelli minori di qualità, sono ammessi alcuni difetti. Per esempio, per le pere:
- Categoria Extra: Le pere non devono essere grumose. Il peduncolo deve essere integro. Sono ammesse solo lievissime alterazioni superficiali della buccia.
- Categoria I: Le pere non devono essere grumose. Il peduncolo può essere leggermente danneggiato. Sono ammessi piccoli difetti:
- Difetti di forma, sviluppo o colorazione;
- Difetti della buccia su una superficie massima di 2 cm di lunghezza per i difetti di forma allungata ed 1 cm quadrato totale del frutto per gli altri difetti
- lievi ammaccature di superficie complessiva non superiore a 1 cm quadrato
- Categoria II: Sono ammessi i seguenti difetti:
- Difetti di forma, sviluppo o colorazione;
- Difetti della buccia non superiori a 4 cm di lunghezza per i difetti di forma allungata, e 2,5 cm quadrati di superficie totale del frutto per gli altri difetti
Per ogni categoria è fissata una dimensione minima, il cosiddetto calibro.
Per le pere calibrate secondo il diametro le dimensioni minime sono espresse in mm:
Categoria Extra | Categoria I | Categoria II | |
Varietà a frutto grosso | 60 mm | 55 mm | 55 mm |
Altre varietà | 55 mm | 50 mm | 45 mm |
Per le pere calibrate secondo il peso, invece, in grammi:
Categoria Extra | Categoria I | Categoria II | |
Varietà a frutto grosso | 130 g | 110 g | 110 g |
Altre varietà | 110 g | 100 g | 75 g |
Il dibattito in corso
Lo scorso anno il Parlamento italiano ha avviato un lavoro di consultazione per valutare soluzioni agli sprechi alimentari che derivano da questo sistema di classificazioni. Sono state ascoltate tutte le associazioni di filiera e di categoria che chiedono di permettere la commercializzazione di frutta buona ma che non risponde esattamente agli standard di legge. Queste richieste provengono soprattutto dal settore BIO, che per via delle pratiche di coltivazione è più esposto a deviazione delle caratteristiche standardizzate. Questa emergenza climatica potrebbe accelerare il processo, e magari potremo comprare frutta non perfetta, ma ugualmente gustosa.