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Sicurezza Alimentare

Come scegliere alimenti sostenibili

Possiamo scegliere la sostenibilità a partire dall’incarto, grazie all’etichetta ambientale, che ci darà tutte le informazioni sulla composizione e le modalità di smaltimento degli imballaggi. Dal 1° gennaio 2023,le confezioni conterranno molte informazioni in più e potremo scegliere i nostri alimenti anche in base ai loro imballaggi premiando i produttori che utilizzano quelli a minor impatto ambientale.  

Vediamo insieme come fare la spesa rispettando l’ambiente: possiamo scegliere gli alimenti certificati per la sostenibilità ed è molto importante che ognuno faccia la sua parte. Il WWF ha calcolato che scegliendo modelli alimentari più sostenibili possiamo ridurre emissioni e consumo del suolo fino al 70% e dimezzare il consumo di acqua.  

 

Il tonno sostenibile 

Esistono certificazioni che garantiscono che i produttori hanno utilizzato metodi sostenibili per la pesca del tonno. Tra queste la più nota è la certificazione MSC, acronimo di Marine Stewardship Council, un’organizzazione non profit che opera per promuovere la pesca sostenibile.  I produttori possono ottenere la certificazione dimostrando che i loro sistemi di pesca e gestione del pesce sono sostenibile, ovvero: 

 

  • che non pescano “troppo”: lo stock non deve essere una minaccia per la biodiversità  
  • che la pesca è realizzata senza danneggiare l’ambiente 
  • che tutte le operazioni di gestione della pesca e del pesce sono sostenibili dal punto di vista ambientale e rispettano la legge  

 

Questi parametri sono alla base della valutazione, che viene svolta da enti di certificazione indipendenti che svolgono controlli ogni anno per verificare il rispetto dei requisiti. I produttori certificati possono vendere il loro tonno con il marchio blu MSC, puoi controllare sugli scaffali del supermercato e acquistare il tonno con questo logo.  

Ci sono anche altri marchi o indicazioni in etichetta che possono guidare il consumatore: c’è il marchio Friend of the Sea che è un progetto della World Sustainability Organization, una ONG internazionale che certifica prodotti e servizi che rispettano l’ambiente marino. 

Alcune aziende specificano in etichetta specie, luogo e metodo di cattura e luogo di lavorazione, altre permettono di andare sul loro sito per avere notizie importanti per la sostenibilità, per esempio ci dicono quanti esemplari sono pescati a canna. 

La pesca del tonno ha un grande impatto sull’ambiente, soprattutto negli ultimi anni in cui il consumo di tonno è aumentato tantissimo perché mangiamo molto sushi. 

La pesca del tonno è regolata quindi a livello internazionale: ogni nazione deve rispettare un limite quantitativo, non può pescare quindi più di un numero definito di tonnellate di tonno ed in periodi precisi dell’anno: in Italia, per esempio, questo periodo va da giugno ad ottobre.   

 

 Made green in Italy 

Esiste anche un marchio specifico per i prodotti italiani che è stato introdotto nel 2018 con una apposita legge. Possono utilizzare il marchio i produttori italiani che dimostrino la compatibilità dei loro schemi di produzione con le linee guida europee sull’impronta ambientale del prodotto note come PEF (Product Environment Footprint). Le linee guida contengono i criteri per misurare l’impatto ambientale di un bene o servizio durante l’intero ciclo di vita, dall’approvvigionamento dei materiali fino all’arrivo a scaffale ed alla gestione dei rifiuti. I prodotti che ottengono il marchio sono riconoscibili perché contengono il logo del Ministero dell’ambiente:  

 

In base al livello di sostenibilità, i prodotti sono classificati come A, B e C. Chi ottiene A può utilizzare il logo e chi è classificato come B può utilizzarlo a patto di impegnarsi a ridurre il proprio impatto ambientale, sono esclusi dall’utilizzo del logo di prodotti classificati come C. 

 

Fonte: DM 21 marzo 2018, n. 56 “Regolamento per l’attuazione dello schema nazionale volontario per la valutazione e la comunicazione dell’impronta ambientale dei prodotti denominato Made Green in Italy di cui all’articolo 21, comma 1, della legge 28 dicembre 2015 n. 221 

 

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